Sollevamento pesi, Laurel Hubbard trans vincente

La neozelandese ha vinto una gara nella cetegoria +90kg. Potrebbe andare ai Giochi del Commonwealth con la nazionale. Polemiche ma anche incoraggiamenti. Per il Cio è ok, esami superati
di Leandro De Sanctis
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Forse in futuro lo sport certificherà anche un terzo genere di identità, ma per ora gli uomini che diventano donne, con l’etichetta transessuale, gareggiano insieme alle donne biologiche. E fanno notizia. Ma non solo. Fanno anche discutere e in qualche caso contrariando non poco le avversarie, perchè vuoi o non vuoi, l’eredità del genere di nascita non si disperde totalmente, anche se il livello di testosterone rientra nei parametri fissati dal Cio (per qualcuno molto estesi...), perchè c’è altro che resta e che conserva il suo peso specifico nel momendo di gareggiare. Ma è materia molto scivolosa, specialmente in un’era dove il politicamente corretto impera. 
Se in Italia si è parlato molto di Tifanny Pereira da Abreu, la pallavolista brasiliana diventata top scorer del Palmi in serie A2, in Nuova Zelanda un’altra trans è salita alla ribalta sportiva, nel sollevamento pesi. Laurel Hubbard, che da uomo si chiamava Gavin, è stata la prima donna transessuale vincitrice, pochi giorni fa in Australia, di una gara internazionale di sollevamento pesi. Ha vinto nella categoria +90kg sollevando 268 chili tra slancio e strappo, superando la seconda classificata, Iuniarra Sipaia, di 19 chilogrammi. Addirittura a 45 kg di distazzo Kaitlyn Fassina (223 kg). Il presidente della federazione neozelandese, Garry Marshall, si è difeso: «Dobbiamo seguire la politica del Comitato Olimpico Internazionale e della Federazione Internazionale di Pesistica che non riconoscono in alcun modo l’identità di genere di un atleta che non è maschio o femmina, non esiste la categoria di transgender». E la Hubbard ha superato tutti i test di testosterone a cui si è sottoposta nell’ultimo anno, ottenendo l’ok dal Cio per gareggiare. In alto i pesi quindi e con questo successo la Hubbard potrebbe arrivare ai Giochi del Commonwealth del 2018, nella squadra femminile della Nuova Zelanda. Divise anche le rivali: «Se fossi nella sua categoria, non mi sentirei di competere ad armi pari», ha dichiarato Deborah Acason, plurimedagliata australiana. Invece Tracey Lambrechs, oro ai Giochi del Commonwealth 2014 l’ha accolta a braccia aperte: «Sono felice che lei sia diventata una donna, non ho alcun problema per questo. Ognuno di noi deve fare nella vita ciò che lo rende felice».

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