Giulio Scarpati: un medico per amico

L'attore protagonista di una delle fiction più popolari in Italia si racconta nel Focus dell'Università Niccolò Cusano
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Cinema, tanto teatro, la televisione in un ruolo che ha fatto la storia della fiction nostrana. Giulio Scarpati è stato “Il giudice ragazzino” e il maestro Perboni di “Cuore”. Ha indossato i panni di figure religiose e portato in scena opere di Goldoni come di Patroni Griffi. Per il grande pubblico, però, sarà sempre Lele Martini, l’amatissimo camice bianco di “Un medico in famiglia” che gli ha consegnato una enorme popolarità. Lo rivedremo vicino a Lino Banfi nel ruolo del laborioso e brillante dottore, ma prima Scarpati sarà protagonista di uno spettacolo teatrale, “Una giornata particolare”,  perché il suo obiettivo professionale è stato sempre quello di diversificare, di riuscire cioè a fare cose sempre diverse l’una dall’altra.  Il “medico” però non lo abbandona mai ed è felice pure quando a teatro gli chiedono se tornerà ad essere…”Un medico in famiglia”.

“Mi fanno piacere l’attenzione e l’affetto del pubblico. Si tratta spesso di piccoli spettatori diventati adulti: fan che hanno seguito “Un medico” da bambini. C’è un forte legame: pur avendo  saltato più volte la serie per dedicarmi ad altri progetti questo legame non si è mai spezzato. Mi è capitato spesso di sentirmi dire: Quando torna? Ho quasi una responsabilità nei confronti  di quel pubblico”, rivela Giulio Scarpati a Radio Cusano Campus (www.radiocusanocampus.it).

La fiction “Un Medico In Famiglia”, secondo molti, ha contribuito, agli occhi del grande pubblico, ad un umanizzare la figura professionale del medico. E’ lo stesso Scarpati a parlarne intervenendo sull’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano: “Comunicazione e dialogo sono fondamentali tra medico e paziente: tra i due deve esserci un rapporto di fiducia e ascolto. Spesso ci lamentiamo del fatto che il medico a cui ci rivolgiamo non ci dà sufficientemente ascolto. Il medico deve saper ascoltare, rassicurare e allontanare le paure. Il tema è complesso e non è certo una fiction a dare le risposte. Tuttavia il “mio” Lele è un medico che ascolta e tende a rassicurare il paziente, si preoccupa della sua felicità: stabilisce un rapporto rilassato, sereno».

La televisione, da questo punto di vista, può essere un mezzo importantissimo per veicolare messaggi di un certo tipo al grande pubblico. Ne è convinto Giulio Scarpati, che su Radio Cusano Campus precisa: “La tv è un grande mezzo. Se c’è un’affezione a una  serie c’è anche un’affezione a quello che i personaggi portano nella serie. Grazie a una fiction si possono veicolare messaggi legati a buone abitudini o stili di vita. In “Un medico in famiglia”, per esempio, si dà molta importanza al dialogo tra genitori e figli: a casa Martini difficilmente si troverà la tv accesa a ora di pranzo. Le immagini, il rumore, la distrazione non fanno bene ai più piccoli che non si concentrano su quello che stanno facendo, cioè mangiare. E non fanno bene neppure ai grandi che dimenticano di parlare con i loro figli. Lo ha ricordato anche il Papa. Spesso nascono  disabitudini e se la tv riesce a lanciare messaggi positivi ben venga: un messaggio poi può essere recepito più facilmente attraverso una serie che in una trasmissione ad hoc».

Scarpati prima di salutare gli ascoltatori dell’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano ha fatto il punto sui suoi prossimi progetti: “Uno spettacolo che debutterà a fine febbraio: “Una giornata particolare”, adattamento teatrale del film di Ettore Scola. Sul palco con me ci sarà Valeria Solarino. La regia è di Nora Venturini. Una storia bellissima: mi entusiasma l’idea di farla conoscere a teatro”. 


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