Juve, il martirio Cristiano

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Juve, il martirio Cristiano© ANSA
Ivan Zazzaroni
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In questo periodo non vorrei essere Cristiano Giuntoli. Con lui scambierei volentieri il conto corrente, giusto quello. Perdonate la volgarità, ma un milione e 700mila cocuzze l’anno farebbero comodo e gola non solo al sottoscritto: naturalmente, se la Juve gliele ha garantite per altre quattro stagioni vuol dire che ha fatto qualcosa per meritarle.
A muovermi - lo preciso - non è certo l’invidia, sentimento che non ho mai provato e che il grande Malachy McCourt, scomparso un paio di mesi fa, spiegò così: «L’invidia è come prendere un veleno e aspettare che l’altra persona muoia».
Non vorrei essere Cristiano innanzitutto perché nella lettera agli azionisti John Elkann è stato fin troppo esplicito e “Fiatescamente” duro: caro Giuntoli, mo’ so’ tutti czi tuoi, questa la sintesi. Della serie, l’anno zero è finito ormai ma qualcosa ancora qui non va, l’anno che sta arrivando tra un anno passerà, io mi sto preparando, è questa la novità.
L’ultimo aumento di capitale ha consegnato al Football Director una quarantina di milioni, denaro insufficiente per attrezzare una Juve che tra pochi mesi dovrà affrontare campionato, SuperChampions, Coppa Italia e Mondiale club; una Juve che, per risultare competitiva, avrebbe bisogno di almeno quattro nuovi titolari top e 6 ottime riserve.
Giuntoli è oltretutto alle prese con una serie di delicatissimi rinnovi che interessano i più forti della rosa attuale: Vlahovic, Chiesa, Szczesny e Rabiot. Ora, l’agente di Dusan ha già rifiutato l’ipotesi della spalmatura e dell’allungamento del contratto; Fede a luglio entra nell’ultima stagione, per giunta chiede un sostanzioso adeguamento, piace alla Roma e non escludo che possa pensare di andare a scadenza; il portiere è pronto a imitarlo, mentre il francese ha tante idee nella testa e le condivide con la madre.
Per raccogliere un po’ di milioni Giuntoli pensa alla cessione di Bremer, clausola di 55 più il 10% al Toro attiva da fine giugno. Ed è pronto a liberarsi di Szczesny, Huijsen, Soulé, Iling-Junior: ma quanto pensate che possano fruttare i quattro?
Inoltre lo attende il passaggio più imbarazzante: l’incontro (dell’addio?) con Allegri. Toccherà a lui comunicare la decisione della società - superata la finale di coppa Italia, immagino - e non sarà un bel momento, specie dopo le tante rassicurazioni che ha fornito in tv.

Alla Lega consiglio di evitare lo sciopero

Domani è in programma l’incontro di Lega, Federcalcio e Federbasket con il ministro per lo sport Andrea Abodi. Sul tavolo l’Agenzia di Vigilanza sui conti del calcio e della pallacanestro. Mi permetto di ricordare alla Lega di A di non ricorrere allo sciopero come protesta contro il piano del Governo. La spiegazione è elementare: non ci sono date disponibili per gli eventuali recuperi, se non tra una partita e l’altra degli Europei. Oh, è una battuta: non va presa sul serio.


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