ROMA - Un asso in più per la rincorsa. Se Kamada è l’acquisto a sorpresa di Tudor, Zaccagni vale come un rinforzo nella volata verso l’Europa. Ha steso il Verona, tenendo aperto lo spiraglio Champions e una missione ai confini con l’impossibile. Vincere le ultime quattro partite, confidando nell’incastro favorevole per il quinto o sesto posto e il sorpasso su almeno una tra Roma e Atalanta. Segnando, si può. Aumentare il fatturato offensivo, ecco il segreto. La Lazio ha appena recuperato il centrocampista che in Serie A più di ogni altro vede la porta: Mattia ha segnato 14 gol su azione negli ultimi due anni. Nessuno ha realizzato lo stesso bottino in campionato. A partire dal 2022/23 lo seguono Koopmeiners e Felipe Anderson a quota 13, Colpani a 12 e altri sei giocatori con 10 reti (Ferguson, Pulisic, Frattesi, Luis Alberto, Bonaventura e Candreva). Impresa niente male, considerando le appena 24 presenze e un rendimento limitato dagli infortuni traumatici riportati dall’inizio della stagione. La distorsione al ginocchio veniva dopo l’incidente al piede che lo aveva tenuto fuori quasi due mesi, privando Sarri di un elemento chiave nel periodo peggiore del calendario e con gli ottavi di Champions da affrontare.
Assenze Lazio
Ha pagato la Lazio, non solo il tecnico cresciuto a Figline Valdarno. Zaccagni, firmando 10 gol, l’anno scorso era stato uno dei grandi protagonisti del secondo posto. Mau a lungo aveva lamentato lo scarso apporto degli esterni d’attacco. Felipe, a caccia di un contratto, si è svegliato e sbloccato nel 2024 dopo un autunno da incubo e pieno di smarrimenti. Mattia era rientrato nel tabellino come marcatori a Frosinone nel giorni successivi alla svolta tecnica. L’addio del brasiliano lo ha aiutato e avvicinato al rinnovo. La Lazio, di sicuro, non poteva permettersi di perdere anche lui e ha alzato la posta, chiudendo una trattativa ferma dall’estate scorsa.