Idea Pioli per il nuovo Napoli
Da Bergamo a Milano è un attimo, una cinquantina di chilometri. E Stefano Pioli è un uomo finito sotto le luci di una stagione che si accendono e si spengono come quelle di San Siro. Tradotto: la sua storia con il Milan è in bilico. Sì: ha vinto lo scudetto due anni fa, ha eliminato il Napoli di Spalletti e conquistato la semifinale di Champions, è sopravvissuto alla rifondazione estiva e nonostante sia secondo in campionato e in ballo per la semifinale di Europa League con la Roma, beh, è sul filo. Va così, è il calcio, tutto normale. De Laurentiis, nel frattempo, osserva dalla sua postazione: invisibile come la sua lista, però attentissimo agli sviluppi. Anche Pioli ha le physique du role per il Napoli: per aplomb, perché uno scudetto l’ha vinto e neanche da favorito, perché sa unire il gruppo. Per l’idea di calcio che sarebbe continuità, nel nome della difesa a quattro: nel suo 4-2-3-1, tra l’altro, troverebbe più spazio anche Raspadori, un cruccio dell’ultima stagione per chi ha investito. Attendere prego parte seconda.
Conte e Italiano nel casting azzurro
Il mondo azzurro si tinge di idee concrete giorno dopo giorno, certo, ma ognuno ha un club, un contratto, un destino da discutere: Gasperini è legato all’Atalanta fino al 2025, esattamente come Pioli al Milan. È invece libero Antonio Conte, il tecnico che De Laurentiis aveva contattato a ottobre, al tramonto della breve era di Rudi Garcia: c’è anche lui, nel taschino della giacca fantasma. È parte del casting come Vincenzo Italiano, al passo d’addio con la Fiorentina. Tutti gli uomini del presidente.