Questa Atalanta è un modello da esportare

Leggi il commento sull'Atalanta di Gasperini dopo la vittoria contro il Marsiglia
Questa Atalanta è un modello da esportare© ANSA
Xavier Jacobelli
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Tutto si tiene nell’Atalanta che, per la prima volta in 117 anni di storia, conquista una finale europea. Alla cinquantesima gara di una stagione pazzesca, alla terza partita in sette giorni, la magia del gioco di Gasperini stordisce e liquida il Marsiglia con tre gol che potevano essere cinque, sei, sette, tali e tante sono state le occasioni create dalla scatenata squadra per la quale Bergamo e i bergamaschi sono in delirio e ci resteranno fino a Dublino, dove affronteranno senza paura anche l’imbattibile Bayer che non perde da 49 partite.

Tutto si tiene, quando questa notte trionfale non è figlia di una congiuntura astrale fortunata, ma il risultato di quattordici anni di gestione di Antonio e Luca Percassi, corroborata negli ultimi otto da quel fenomeno di allenatore che risponde al nome di Gian Piero Gasperini, ulteriormente innervata dal partner americano Stephen Pagliuca, Mister Boston Celtics che in tribuna al Gewiss strabuzzava gli occhi per la meraviglia. Il gol di Lookman, la traversa di Scamacca, tre nitide palle-gol che De Ketelaere, Zappacosta, ancora Lookman non hanno concretizzato: il dominio atalantino nel primo tempo è stato assoluto, di fronte a un Marsiglia che sistematicamente cercava ispirazione dai lanci lunghi del suo portiere, peraltro, all’intervallo il migliore in campo dell’Om. Lo schieramento dichiaratamente offensivo deciso da Gasperiniha ripagato il suo coraggio. Koopmeiners, De Ketelaere, Scamacca, Lookman tutti insieme dal primo minuto, hanno intimorito i marsigliesi, sprovvisti dell’aggressività mostrata la settimana scorsa al Vélodrome.

La linea difensiva bergamasca ha esaltato la concentrazione di Djimsiti, Hien e de Roon, la cui cerniera ha neutralizzato ogni iniziativa avversaria. A centrocampo, ancora una volta ha brillato settepolmoni Ederson, efficace sia in fase di impostazione sia di copertura; pimpante e intraprendente De Ketelaere; straordinario come sempre, Koopmneiners. La ripresa è stata un monologo, sublimato dal raddoppio di Matteo Ruggeri, 21 anni, bergamasco della Val Brembana, entrato a 8 anni nel vivaio dell’Atalanta. Ruggeri, Zappacosta, Scalvini, Carnesecchi sono i figli di Zingonia, come lo sono stati prima Antonio e poi Luca Percassi, nel solco di una storia che parte da lontano, ricordano Achille e Cesare Bortolotti, Ivan Ruggeri, Mino Favini, per arrivare ai Percassi dei quali si parlerà anche fra cent’anni. Tutto si tiene in questa Atalanta che suggella la partita perfetta con El Bilal Touré, 22 anni, l’acquisto più caro nella storia societaria, fermato per sei mesi dal grave infortunio patito in precampionato e ora tornato a mostrare il suo talento.

Tutto si tiene in questo che non è un miracolo italiano, ma una straordinaria impresa italiana che dimostra come un altro calcio sia possibile. È il Modello Atalanta. Modello da esportare. A Dublino.


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